Il sostegno post parto
Il ritorno a casa è un momento di grandi emozioni: sei diventata mamma e ti avvii a vivere con il tuo partner l'esperienza di essere genitore.
La gravidanza, il parto, la maternità sono fasi della vita che ti coinvolgono e ti impegnano intensamente sia sul piano fisico che su quello psichico. I cambiamenti da affrontare sono tanti: cambia il tuo corpo, cambiano abitudini e stili di vita, vivi nuove sensazioni, spesso sconosciute.
Questa esperienza, a volte, può essere faticosa; possono nascere paure, dubbi, stanchezza che possono portare ad abbassamenti del tono dell'umore.
Sapere a che cosa vai incontro e capire che cosa ti sta accadendo, ti può facilitare a vivere la gravidanza, il parto e la maternità con maggiore consapevolezza e serenità.
Spesso i momenti "no" risultano passeggeri e possono essere affrontati tranquillamente con le risorse che hai a disposizione, non solo quelle individuali ma anche quelle che ti offrono i familiari e gli specialistici che si occupano di te (il ginecologo, l'ostetrica, l'assistente sanitaria, il pediatra).
Alcune volte, però, vissuti di fatica, paura, stanchezza, ti possono portare ad un malessere psicologico che richiede maggiore attenzione.
E' importante che tale malessere sia riconosciuto nel momento in cui insorge. In questo modo è possibile fornirti - da subito - l'aiuto necessario al fine di prevenire un vero e proprio disagio psichico.
Esistono, infatti, casi in cui la donna che affronta gravidanza, parto e maternità può andare incontro ad episodi di disagio psichico. I cambiamenti possono risultare troppo grandi rispetto a quelli immaginati ed alle proprie forze del momento; la presenza di "fattori di rischio", come ad esempio episodi di depressione nella storia personale, solitudine, difficoltà di rapporto con il partner, mancanza di sostegno di familiari o di persone vicine, possono predisporre all'insorgenza di disturbi psicologici o psichiatrici.
Quali disturbi nel post partum?
E' bene sapere che una buona parte delle donne, dopo il parto, sperimenta il cosiddetto "baby blues".
Il baby blues non è un vero e proprio disturbo, ma piuttosto una reazione emotiva all'esperienza del parto. I sintomi sono facilità al pianto, tristezza, stanchezza, ansia, paura e preoccupazione eccessive. Il "baby blues" si manifesta dopo pochi giorni dal parto; il più delle volte scompare, completamente e spontaneamente , in 10 - 15 giorni. Normalmente non è necessario alcun trattamento specifico; queste alterazioni umorali, e il conseguente stato di tristezza, tendono a scomparire senza conseguenze, soprattutto se la neomamma viene aiutata e incoraggiata da chi le sta intorno.
Il padre del bambino riveste in questa fase un ruolo delicato e fondamentale; dando alla sua donna il suo appoggio, il suo amore incondizionato e facendola sentire ancora amata e desiderata, riesce ad infonderle la tranquillità e la serenità necessarie per affrontare con determinazione ciò che sta vivendo.
Può accadere, però, che anche i papà siano disorientati di fronte a un evento così spettacolare qual è la nascita di un bimbo. Possono sentirsi estranei rispetto a tutto ciò che sta succedendo e trascurati dallo loro compagna. È inevitabile, infatti, che - soprattutto nei primi tempi - la donna non abbia il tempo e la forza per dedicarsi a loro in quanto totalmente assorbita dalle cure del neonato.
Il papà dovrebbe, da solo, trovare il proprio ruolo all'interno della famiglia, aiutando la mamma in tutto ciò che gli è possibile e cercando di prendere confidenza con il suo bambino.
Si distingue dal baby blues la "depressione post partum", vero e proprio disagio psichico. La depressione post partum colpisce 12 - 14% delle neo-mamme, si caratterizza principalmente da umore depresso, perdita di interesse e di piacere per le attività quotidiane, sensi di colpa e di inadeguatezza per il nuovo ruolo di mamma, sensazione di non riuscire a capire ed a far fronte alle esigenze del bambino, costante stanchezza e mancanza di energia. Può manifestarsi entro 6 mesi dal parto, ha una durata variabile, da alcune settimane a parecchi mesi, a seconda del grado di severità; in questi casi possono rendersi necessari alcuni colloqui di sostegno con dei professionisti per aiutare la donna ad uscirne.
E' importante ribadire che, oltre ai riferimenti familiari più prossimi, gli operatori dei servizi consultoriali del tuo distretto (Pediatra, Assistente Sanitaria/o, Infermiera Pediatrica e Ostetrica) potranno esserti di aiuto per gestire le difficoltà che potrai incontrare nei primi tempi, successivamente alla dimissione dall'ospedale.
Sin dal tuo rientro in famiglia verrai contattata telefonicamente dall'assistente sanitaria o dall'infermiera pediatrica del distretto, per concordare il primo appuntamento,entro 5 giorni dalla dimissione, presso il servizio consultoriale di riferimento.
Qui troverai gli operatori sopraindicati, che oltre a controllare l'accrescimento ponderale del tuo bambino potranno valutare con te l'allattamento al seno, aiutandoti nelle situazioni problematiche (ingorgo mammario, ragadi, difficoltà di attaccamento al seno) affinché tu possa allattare per tutto il tempo utile e desiderato.
L'assistente sanitaria o l'infermiera pediatrica provvede, laddove è possibile, ad informare l'ostetrica e fare in modo che sia presente il giorno del primo incontro. In questa occasione l'assistente sanitaria o l'infermiera pediatrica ti invita, ad effettuare un controllo pediatrico entro i primi quindici giorni di vita.